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tra cielo e terra...
Al centro del nostro essere c’è un’oasi di pace, perfettamente connessa con tutto il creato e ricca di armonia. Un’oasi troppo spesso dimenticata, violata dal vivere moderno e mal nutrita dall’indifferenza. Eppure essa è il punto perfetto dove Cielo e Terra s’incontrano. Questo forum vuol dare spazio alla sua voce, rivalutando la semplicità del vivere in sintonia con la Natura e ammantandola del suo significato più vero e profondo. Un atto di umiltà e di riscoperta, un ritorno responsabile e consapevole al ruolo originario dell’uomo quale amorevole guardiano e custode di tutto ciò che lo circonda. Il Cielo motiva la Terra, la Terra sostiene il Cielo e tutti e due provvedono agli Esseri Viventi.
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La Decrescita: una qualità di vita migliore

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La Decrescita: una qualità di vita migliore Empty La Decrescita: una qualità di vita migliore

Messaggio  beatrice Gio Mar 03, 2011 8:01 pm

La decrescita è un sistema economico ecologista, anticapitalista, umanista ed anticonsumista ideato da Nicholas Georgescu-Roegen, fondatore della bioeconomia.

La decrescita è basata su principi ecologici, biologici, sociali e culturali, che prefigurano un nuovo paradigma di civiltà, in contrapposizione con quelli che regolano i sistemi vincolati alla crescita economica.

Si possono rintracciare due correnti: i Decrescitisti Radicali, sostenitori di una decrescita pura, ed i Decrescitisti Moderati, sostenitori di una decrescita sostenibile.

Definizione
La decrescita è un concetto socioeconomico, secondo il quale la crescita economica - intesa come accrescimento costante di uno solo degli indicatori economici possibili, il Prodotto Interno Lordo (PIL) - non porta ad un maggior benessere e nemmeno ad un aumento delle probabilità di sopravvivenza degli organismi conosciuti. Questa idea è in completo contrasto con il senso comune corrente, che pone l'aumento del livello di vita rappresentato dall'aumento del PIL come obiettivo di ogni società moderna.

L'aggettivo sostenibile allude alla proposta di organizzarsi collettivamente in modo che la diminuzione della produzione di merci non costituisca riduzione dei livelli di civiltà, ed anzi risulti sostenibile da un punto di vista ecologico, sociale e civile.

L'assunto principale è che le risorse naturali sono limitate e quindi non si può immaginare un sistema votato ad una crescita infinita. Il miglioramento delle condizioni di vita deve quindi essere ottenuto senza aumentare il consumo ma attraverso altre strade. Proprio per la costruzione di queste vie sono impegnati numerosi intellettuali, al seguito dei quali si sono formati movimenti spesso non coordinati fra loro, ma con l'unico fine di cambiare il paradigma dominante della necessità di aumentare i consumi per dare benessere alla popolazione. Un esempio di questi gruppi sono i gruppi d'acquisto solidale (GAS) o gli ecovillaggi. Il principale esponente di questa corrente è Serge Latouche.

I princìpi
Decrescita pura o radicale
La teorizzazione della Decrescita si basa su quattro presupposti:
Il funzionamento del sistema economico attuale dipende essenzialmente da risorse non rinnovabili. Così com'è, non è quindi perpetuabile. I sostenitori della Decrescita partono dall'idea che le riserve di materie prime sono limitate, particolarmente per quanto riguarda le fonti di energia, e ne deducono che questa limitatezza contraddice il principio della crescita illimitata del PIL, e che, anzi, la crescita così praticata genera dissipazione di energia e crescente dispersione di materia. Alcuni sostenitori della teoria (in particolare Vladimir Vernadskij), mutuando dalla seconda legge della termodinamica il concetto di entropia, ritengono che la crescita del PIL comporti una diminuzione dell'energia utilizzabile disponibile, e della complessità degli ecosistemi presenti sulla Terra, assimilano la specie umana ad una forza geologica entropizzante.
Non v'è alcuna prova della possibilità di separare la crescita economica dalla crescita del suo impatto ecologico.
La ricchezza prodotta dai sistemi economici non consiste soltanto in beni e servizi: esistono altre forme di ricchezza sociale, come la salute degli ecosistemi, la qualità della giustizia, le buone relazioni tra i componenti di una società, il grado di uguaglianza, il carattere democratico delle istituzioni, e così via. La crescita della ricchezza materiale, misurata esclusivamente secondo indicatori monetari può avvenire a danno di queste altre forme di ricchezza.
Le società attuali, drogate da consumi materiali considerati futili (telefoni cellulari, viaggi aerei, uso costante e non selettivo dell'auto ecc.) non percepiscono, in generale, lo scadimento di ricchezze più essenziali come la qualità della vita, e sottovalutano le reazioni degli esclusi, come la violenza nella periferie o il risentimento contro gli occidentali nei paesi esclusi dallo (o limitati nello) sviluppo economico di tipo occidentale.
Esaurimento delle risorse
La crescita economica provoca l'aumento di pari passo della domanda di risorse. Vi è una porzione fissa di risorse non rinnovabili, come il petrolio, e queste risorse sono quindi destinate ad esaurirsi. Le risorse rinnovabili potrebbero anch'esse esaurirsi se prelevate a ritmi insostenibili per periodi estesi. Questo è per esempio avvenuto al caviale nel Mar Caspio. Vi è forte preoccupazione su come conciliare la crescente domanda di queste risorse con la diminuzione della loro disponibilità. Molti guardano alla tecnologia per sviluppare surrogati di queste risorse in via di esaurimento. Si guarda ad esempio ai biocarburanti per colmare il gap di domanda dopo il picco del petrolio. Tuttavia, altri obiettano che nessuna di queste alternative può effettivamente rimpiazzare la versatilità e la trasportabilità del petrolio.

I sostenitori della decrescita affermano che solo la decrescita della domanda può permanentemente combattere il gap di domanda. Per le risorse rinnovabili, la domanda, e quindi la produzione, deve essere abbassata a livelli che prevengano l'esaurimento e siano sostenibili per l'ambiente. Andare verso una società non dipendente dal petrolio è visto come essenziale per evitare il collasso quando le risorse non rinnovabili saranno esaurite. "Ma la decrescita non è solo una questione quantitativa, di fare meno dello stesso, ma anche e soprattutto, un riordino paradigmatico dei valori, in particolare la (ri)affermazione dei valori sociali ed ecologici e la (ri)politicizzazione dell'economia".

Impronta ecologica
L'impronta ecologica è la misura della domanda umana sugli ecosistemi terrestri. Compara la domanda umana con la capacità del pianeta di rigenerarsi. Rappresenta l'ammontare delle terre biologicamente produttive e delle aree coperte dai mari di rigenerare le risorse che la popolazione umana consuma e di assorbire e rendere innocui i rifiuti corrispondenti.

Secondo il rapporto del 2005 della Rete Globale di Impronta Ecologica,[6] mentre gli abitanti dei Paesi sviluppati utilizzano 6.4 ettari globali (gHa), quelli dei Paesi meno sviluppati necessitano di un solo gHa. Ad esempio, mentre ogni abitante del Bangladesh utilizza quanto si produce su 0.56 gHa, un nordamericano necessita di 12.5 gHa (22,3 volte tanto). Dei 12.5 ettari usati dai nordamericani, 5.5 sono negli Stati Uniti, il resto si trova in Paesi stranieri. Secondo il medesimo rapporto, il numero medio di ettari globali a persona era 2.1, mentre oggi i livelli di consumo hanno raggiunto i 2.7 ettari pro capite.

Per far sì che la popolazione mondiale possa raggiungere gli standards tipici dei Paesi europei, sarebbero necessarie le risorse di un numero compreso tra tre e otto pianeti Terra. Per ottenere eguaglianza economica con le attuali risorse disponibili, i Paesi ricchi dovrebbero ridurre i loro standard attraverso la decrescita. La definitiva riduzione di tutte le risorse disponibili condurrebbero ad una riduzione obbligata dei consumi. La riduzione controllata dei consumi ridurrebbe il trauma di questo cambiamento.

Decrescita e sviluppo sostenibile
Il pensiero della decrescita è in opposizione ad ogni forma di spreco oggi riscontrabile nella cosiddetta economia produttivista che usa tecnologie obsolete figlie della termodinamica delle combustioni. Per la decrescita lo sviluppo sostenibile è un ossimoro, in quanto qualunque sviluppo basato su una crescita in un mondo dalle risorse finite e ecologicamente stressato è visto come strutturalmente insostenibile. Dal momento che i correnti livelli di consumo eccedono la capacità terrestre di rigenerare tali risorse, la crescita economica conduce al loro esaurimento. I favorevoli allo sviluppo sostenibile ribattono che una crescita economica continuata è possibile se i consumi di energia e risorse vengono ridotti.

Inoltre, lo sviluppo basato sulla crescita ha dimostrato di accrescere l'ineguaglianza sociale, concentrando ricchezze nelle mani di pochi anziché generare maggior benessere ed aumentare gli standard di vita. Le critiche alla decrescita affermano che un rallentamento della crescita economica provocherebbe un aumento della disoccupazione e della povertà. Molti che comprendono le conseguenze ambientali devastanti della crescita sostengono la causa di una crescita economica nel sud del mondo, anche se non nel nord. Tuttavia, un rallentamento della crescita non produrrebbe i benefici della decrescita (autosufficienza, responsabilità materiale) producendo solamente minor occupazione. Piuttosto, i fattori della decrescita propongono l'abbandono completo del modello economico attuale basato sulla crescita, suggerendo che rilocalizzare e abbandonare l'economia globale nel sud globale permetterebbe alle popolazioni del Sud di divenire maggiormente autosufficienti impedendo il sovra-consumo e lo sfruttamento delle risorse del Sud da parte del Nord.

"L'Effetto Rimbalzo"
Le tecnologie progettate per ridurre l'utilizzo di risorse e incrementare l'efficienza sono spesso ricercate come soluzioni sostenibili o "verdi". Tuttavia, la decrescita osserva che tali progressi tecnologici vengono neutralizzati dall' "effetto rimbalzo" (vedi anche Paradosso di Jevons). Questo concetto mette in evidenza che quando vengono introdotte tecnologie più efficienti, i comportamenti circa l'uso di tale tecnologia si modificano e il suo consumo aumenta tanto da neutralizzare ogni potenziale risparmio di risorse. Alla luce dell'effetto rimbalzo, i fautori della decrescita sostengono che le sole soluzioni autenticamente "sostenibili" devono coinvolgere un completo rifiuto del paradigma di crescita e spostarsi su un paradigma di decrescita.

La Decrescita sostenibile o moderata
La teoria della decrescita sostenibile non implica evidentemente il perseguimento della decrescita in sé e per sé: si pone invece come mezzo per la ricerca di una qualità di vita migliore, sostenendo che la crescita del PIL non coincide con una crescita di benessere (un incidente d'auto, ad esempio, è un fattore di crescita del PIL) e che, se si intende ristabilire tutta la varietà della ricchezza possibile, allora è urgente smettere di utilizzare il PIL come unica bussola.Questa ragionevole conclusione è ormai accettata anche da economisti e scienziati estranei alla Decrescita (H. Daly, R. Costanza e altri).

tratto da wikipeda

beatrice
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