TRA CIELO E TERRA forum
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tra cielo e terra...
Al centro del nostro essere c’è un’oasi di pace, perfettamente connessa con tutto il creato e ricca di armonia. Un’oasi troppo spesso dimenticata, violata dal vivere moderno e mal nutrita dall’indifferenza. Eppure essa è il punto perfetto dove Cielo e Terra s’incontrano. Questo forum vuol dare spazio alla sua voce, rivalutando la semplicità del vivere in sintonia con la Natura e ammantandola del suo significato più vero e profondo. Un atto di umiltà e di riscoperta, un ritorno responsabile e consapevole al ruolo originario dell’uomo quale amorevole guardiano e custode di tutto ciò che lo circonda. Il Cielo motiva la Terra, la Terra sostiene il Cielo e tutti e due provvedono agli Esseri Viventi.
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Messaggio  graziella Mar Feb 22, 2011 3:00 pm

Impronte

Seguiamo le impronte fresche nella neve, sembrano solo due ma forse sono di più, i lupi camminano in fila indiana, e chi segue mette le zampe nelle impronte di quello davanti, confondendoci sul loro numero. Camminiamo ormai da un pezzo, si fatica con la neve alta, ogni tanto una folata di vento ne fa cadere un po’ dai rami degli alberi e ci arriva addosso. Il sole comincia ad andarsene, gli ultimi tiepidi raggi ci salutano dietro la collina, Angelica indossa i guanti, dice che il freddo le mangia le dita, mentre io e Tiziano abbiamo il volto e il naso arrossati da far paura; ma nessuno desiste, non si parla di tornare indietro, proprio ora che siamo sulle loro tracce, dovremmo esser vicini al rendez-vous, loro di certo sanno di averci alle calcagna… Provo ad entrare nei loro pensieri, ne han viste tante, sono braccati da sempre, e hanno dovuto lottare aspramente per non sparire dalla faccia della terra; si chiederanno di certo se siamo un pericolo o no, saranno già allarmati e pronti alla fuga. Una vita in fuga…. Scappare dagli agguati dell’uomo, dalle trappole, dai bocconi avvelenati, dai fucili, sempre scappare e mettere al sicuro i piccoli e contemporaneamente procacciarsi il cibo, e continuare a spostarsi per non farsi trovare. E’ una vita durissima, è come camminare su un campo minato, mi fanno davvero pena e si ravviva in me il desiderio d’aiutarli, di far qualsiasi cosa per impedire lo scempio deciso a tavolino da qualche fanatico. Mi sembra ancora incredibile che sia stata riaperta e legalizzata la caccia al lupo…. Animale protetto ormai da decenni, non ancora fuori pericolo d’estinzione, al quale si può nuovamente sparare…. E’ davvero un’assurdità. Abbiamo deciso di autofinanziare questo progetto “abbasso cappuccetto rosso”, così l’abbiamo chiamato, in un impeto di indignazione! E stiamo monitorando questo branco ormai famoso, che ha compiuto diverse aggressioni al bestiame di pastori della zona, scatenando rabbia e panico nella popolazione locale.

Siamo entrati nel folto del bosco, è ormai buio, ci posizioniamo sul capo le lampade, teniamo le luci basse per dare il minimo disturbo, ma non possiamo romperci l’osso del collo, il buio qua è proprio pesto, non arriva neanche la luce lunare. Le impronte non si vedono più, sparite come per magia. Tiziano mi fa cenno di star zitta, ha sentito un rumore dietro a delle frasche, ci fermiamo, spegniamo le luci e ci chiniamo immobili: uno zampettare veloce dietro di noi, tre caprioli corrono via a tutta velocità, spaventatissimi, rimaniamo ancora un po’ lì, poi lentamente riprendiamo il cammino raggiungendo uno spiazzo, qui finalmente possiamo spegnere le torce perché la luna sta facendo un buon lavoro, siamo su un crinale e abbiamo davanti tutta la vallata, in lontananza anche le luci di alcune case, si sentono dei cani abbaiare.

- Che dite? Siamo nel posto giusto? – Chiedo
- Direi di sì, Angelica, inizia tu, con la prima voce, poi facciamo partire il CD e noi lo integriamo con le nostre voci eh?
- Ok

Angelica inizia lentamente ad ululare, è molto brava, imita perfettamente l’ululato adulto di una lupa che abbiamo registrato; poi Tiziano fa partire gli ululati registrati sul CD e dopo poco mi unisco anch’io, ne viene fuori un bel gruppo di famiglia. Poi silenzio.

Pochissimi istanti dopo, ci giunge una risposta isolata, un adulto, non lontanissimo, mi sbrigo, col microfono direzionale e registro questo bellissimo verso, ancestrale, antico quanto il mondo e sempre molto emozionante da ascoltare…
OK, abbiamo capito la direzione, ci muoviamo per di là, c’è un gruppo d’alberi proprio scendendo verso la valle; conosciamo questo posto, l’abbiamo visitato in settembre, ci sono molte rocce cave che sembrano fatte apposta per usarle come tane, possibile che ci abbiano risposto da una tana? Sarebbe inconsueto, non è nel loro interesse farsi scoprire con i cuccioli indifesi.
Poi mi ricordo che svoltando a destra si incontra una strada forestale, che finisce dopo poco in uno spiazzo, dove di solito vengono lasciati i fuoristrada, ci avviamo.
Qui siamo riparati dal vento, è un po’ meno freddo, metto in bocca un pezzetto di cioccolato fondente che mi dà un po’ di carica, e mi torna in mente, quella notte di luglio di tanti anni fa, quando con altri due amici, sentimmo per la prima volta l’ululato del lupo, ricordo il brivido che mi percorse la schiena, l’emozione ineguagliabile di quegli istanti magici.
Il lupo è un animale talmente bello…. Come non innamorarsene….

- Cosetta? Cosetta?
- Sì eh?
- Eri così assorta, a che pensavi?
- Ah… Stavo ricordando una notte, molto particolare di tanti anni fa…
- Ok si prosegue?

Decidiamo di continuare nella direzione dell’ululato solitario. Quando ad un tratto, si sente di nuovo, e poi un altro e un altro ancora, quindi non è uno solo, qui ci sono almeno tre o quattro adulti; niente cuccioli, proseguiamo in silenzio e senza torce accese per un bel tratto sgombro da alberi, la luna ci farà strada. Poi sono la prima ad accorgersene, ci sono due “lampadine” gialle di fronte a noi; faccio fermare gli altri e rimaniamo immobili e zitti. I lupi ci passano praticamente davanti, se ne vanno veloci e silenziosi, non ci guardano neppure, sono quattro adulti in fila indiana, se ne tornano nel folto del bosco ignorandoci. Sento il mio cuore, come se stesse uscendo dal petto e andandosene trotterellando dietro a loro… I secondi passano lenti, ci guardiamo un po’ confusi, emozionatissimi, così vicini nessuno di noi li aveva mai visti. Forse non li rivedremo mai più, è un evento più unico che raro sorprendere i lupi in libertà. E come sapevamo bene, non hanno minimamente pensato di attaccarci, se ne sono andati per la loro strada, consci di esser stati scoperti, ma altrettanto di doversi mettere presto al riparo. Sono fuggiti da noi, e hanno fatto bene, perché se invece di tre ricercatori nostalgici, avessero incontrato uomini armati di fucile… Non oso pensare, ciò che sarebbe potuto accadere.

Sembra d’esser tornati al medioevo, con la gente che tende agguati ai lupi, li bracca, ne cerca le tane per prendere i cuccioli e magari venderseli agli zoo! E’ un tuffo nel passato più buio, che ci rattrista ma al contempo ci dà lo sprone a portare avanti il nostro progetto. Adesso decidiamo di fare ritorno alla base, sappiamo dove vive questo branco, domattina vedremo se ci sono state predazioni nella notte.
La notte sogno di lupi che sbranano capre, inseguono cavalli, e via discorrendo, è un sonno inquieto, disturbato. Mi sveglio più volte durante la notte ancora scossa e sudata, fatico a riaddormentarmi fin quando alle sei del mattino, decido di alzarmi comunque. I miei cani abbaiano furiosamente da un pezzo, scendo e vado a dare un’occhiata.
MAI, MAI avrei pensato di trovarmi davanti ad uno spettacolo così orribile: un lupo morto con in bocca un grosso sasso, proprio davanti al cancello, i miei cani avevano sì ragione di scatenarsi così… Ho la mente in subbuglio, non riesco neppure ad aprire subito il cancello, sto tremando e vedo tutto vorticare intorno a me.
Qualcuno ha fatto questo per minacciare noi ricercatori, è un macabro avviso di stare in guardia.
Poi riesco ad aprire e mi precipito fuori, è lì ad un passo, guardo con raccapriccio il giovane corpo di lupa femmina, bellissima, con un buco di proiettile in fronte, e le fauci aperte a mordere il sasso…. Rimango sbigottita e come in trance per diversi lunghissimi istanti, poi torno dentro a cercare un telo per coprire quel vergognoso scempio.
Mi attacco affannosamente al cellulare e chiamo i miei amici, mangiandomi le parole e balbettando, spiego l’accaduto e dopo pochissimo, loro si precipitano da me.
Anch’essi allibiti e disgustati, osservano la carcassa e chiamano immediatamente il Corpo Forestale.
Angelica mi prepara un caffè, sto ancora tremando, sono col pigiama e una giacca a vento sopra, in ciabatte e spettinata, insomma impresentabile, quando sento il fuoristrada dei forestali avvicinarsi a casa mia. Scende Edoardo, si imbatte prima nella carcassa e poi Tiziano lo fa entrare, gli spiego tutto, e a questo punto il blocco che c’era dentro di me si scioglie come una valanga, piango e piango senza riuscire a smettere per un tempo indefinito, Angelica mi abbraccia e piange anche lei. Edoardo e il collega che era rimasto fuori, dopo aver ben osservato la lupa, se la portano via, hanno scattato molte foto, li ho sentiti parlottare fitto con Tiziano che rientra in casa. Dico loro di far colazione, c’è del tè, ci sono i biscotti, intanto mi vado a vestire.
Mi sforzo di rientrare in me, non è facile, compio gesti assurdi, poi scendo e decisa chiedo:-

- Dove l’hanno portata?
- A farla analizzare, stai tranquilla, risponde Tiziano. Ora devi solo riprenderti dallo shock, poi Edoardo tornerà per farti delle domande. Pare che tu non sia la prima ricercatrice “amica dei lupi”, che riceve un regalo di questo tipo…
- Ah no? Ma questi sono gesti mafiosi, mi pare d’impazzire, e perché proprio io poi?
- Questo non lo sappiamo, può darsi che sia solo casualità, sarebbe potuto capitare anche a noi, non credo sia diretto solo a te il messaggio, ma a tutti noi della comunità scientifica e protezionista. Cerca di calmarti, ci vuole sangue freddo per affrontare questa gentaglia!

Il tempo scorre via veloce, ci ritroviamo già all’ora di pranzo, ci rechiamo così ad un bar che fa panini e merende per gli escursionisti che partono da qua per i sentieri. Mi suona il telefono, è Edoardo che mi vuole interrogare, gli dico di raggiungerci qua, infatti arriva di lì a poco. Ci sediamo tutti e quattro ad un tavolo d’angolo tranquillo, mi sento gli occhi addosso degli avventori, tra i quali c’è un tizio in tenuta mimetica, tipica del cacciatore, un ceffo dai grossi baffi neri che, non so se me lo immagino io, ma mi sta guardando male.
Edoardo vuol sapere tutte le nostre mosse dei giorni passati, come procedono i nostri studi minuziosamente, e se ho mai notato personaggi strani o sospetti; io a parte il tizio che mi guarda male ora, non mi sono mai accorta di nulla di speciale. Certo è, che un clima di caccia alle streghe come questo, erano anni che non si verificava in questa vallata. Solo tre o quattro anni fa, non avremmo mai creduto che sarebbe stata riaperta la caccia al lupo! Il lupo si è rapidamente moltiplicato, trova prede facili, sia selvatiche, che domestiche (purtroppo), e le chiacchiere hanno inasprito l’opinione benevola che c’era verso il predatore. E’ sceso fin nei fondovalle, dove la popolazione si era ormai dimenticata della sua esistenza da decenni, i bambini per vedere un lupo dovevano andare allo zoo, o guardarlo in TV, ora invece, gli ululati capita di sentirli durante la notte. A molti piace, lo trovano affascinante, ma a moltissimi è tornata l’ancestrale paura, così l’opinione pubblica purtroppo approva la nuova sciagurata legge.

E’ pomeriggio, inizia a piovere, la giornata è grigia come il mio morale, mi prende la voglia di scappare, andare a vivere lontano dai lupi, lontano da questa gente ignorante. Penso che se mi fossi occupata di tutt’altro, che so cinema, moda o non so, avrei sofferto meno. Sono veramente stanca, vorrei andare a riposare ma ho paura di avere ancora incubi, come quelli della notte scorsa. Così decidiamo di prenderci un giorno di riposo, andiamo da Angelica, rimaniamo tutti assieme cercando di rilassarci e ritrovare la serenità e la freddezza necessarie ad andare avanti.
Ognuno di noi avanza delle ipotesi, Tiziano dice che a una sua amica di un paese non lontano, hanno forato tutte e quattro le gomme del fuoristrada, mentre era a rilevare delle tracce di lupo in una foresta. Nessuno ha scoperto nulla, il fatto è successo cinque mesi fa, per ora il colpevole è rimasto impunito. Capiterà anche a noi? Chiacchieriamo chiacchieriamo, fino a sera inoltrata, poi ci accorgiamo che così facendo, chiunque sia stato, ha già in parte ottenuto ciò che voleva: distoglierci dal nostro progetto, ci ha fatto perdere una giornata di lavoro rimanendo qua a discutere, ed occuparci di lui, anziché dei lupi; e dire che stavamo sulle loro tracce proprio il giorno prima.
La questione ci indigna e ci risvegliamo immediatamente alla realtà della situazione, la voglia di non cadere in questa trappola, per fortuna, prende il sopravvento, stanotte torneremo sulle tracce del branco.

Mangiamo in fretta un piatto di pasta e poi in marcia, non parliamo più dell’accaduto sgradevole della giornata; siamo caricatissimi, direi quasi eccitati, torniamo nel punto esatto dell’avvistamento, è ancora pieno di tracce, la neve si è sciolta e nel fango le impronte dei quattro lupi sono nitidissime; le seguiamo, camminiamo in silenzio a lungo, è notte fonda, non piove, anzi c’è la luna e una buona visibilità. Siamo molto motivati, forse più di sempre, poi si sente il rumore di un’auto, ci fermiamo e ci accucciamo, curiosi di vedere chi possa essere su queste strade forestali. Non è la macchina della Forestale, è un fuoristrada bianco che si ferma lì vicino, ne esce un uomo, di cui è impossibile vedere il viso perché ci volta le spalle. Non è solo, si intravedono almeno altre due sagome nell’auto, che resta ferma e a fari spenti. Il tipo apre un sacco e lascia cadere a terra qualcosa, poi risale svelto in auto e la combriccola se ne va.
Svelta mi alzo e corro a vedere con la torcia sul terreno, cosa sono gli oggetti, arrivano anche gli altri e con nostro orrore vediamo due colli di pollo, sicuramente imbottiti di veleno, perché sono stati ricuciti…. Facciamo delle foto, poi chiamiamo Edoardo raccontando il fatto. Dopo circa un’ora, arriva e preleva i bocconi avvelenati. Abbiamo assistito ad un fatto gravissimo, lo possiamo ben descrivere e così il giorno appresso, formalizziamo la denuncia.
Nessuno di noi purtroppo è in grado di riconoscere i colpevoli, l’unica cosa che abbiamo notato è che il tizio sceso di macchina a compiere l’atto, zoppicava dalla gamba destra, è poco ma pur sempre un indizio.
Decidiamo così di metterci in caccia del claudicante girando per il paese, nei consueti luoghi d’incontro della gente, per far questo ci separiamo, per dare meno nell’occhio, ma niente, tutti camminano alla perfezione. Prendo una stradina che esce dal centro abitato e arriva al deposito di legname, più per ammirare il bellissimo panorama che si gode da lì che altro, ci sono gli operai al lavoro che segano i tronchi e li ammassano in cataste e gli splendidi pastori abruzzesi, grandi guardiani, che mi vengono incontro come al solito. Amo questo ultimo avamposto di paese, mi piace starmene un po’ in pace in compagnia di questi bianchi cagnoni, che mi riconoscono subito e si accucciano vicino a me. Guardo la vallata, è bellissima, l’inverno sta finendo, ci sono i bucaneve, spuntano i primi crochi, e da qui si può allungare la vista all’infinito, mi sento parte di questo infinito, non potrei mai andarmene da qui, malgrado tutto.

continua....
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Messaggio  graziella Mer Feb 23, 2011 3:55 pm

- Cosettaaaa !
Mi volto di scatto, è Giordano, un operaio della segheria, un gran bel ragazzo dagli occhi verdissimi e pungenti, ha un paio d’anni meno di me e ci conosciamo da sempre, abbiamo in comune la passione per i pastori abruzzesi; la sua famiglia li alleva da generazioni per cederli ai pastori, suoi sono anche quelli che fanno la guardia al deposito di legname. Mi raggiunge e mi pare un po’ agitato, si guarda intorno con sospetto e poi dice:
- Stanno succedendo cose strane Cosetta, non solo per quello che hanno fatto a te, anche qui è diventato pericoloso dire certe cose, parlare con certa gente.
- Cosa vuoi dire, cosa sai?
- Ieri sono arrivati al deposito due tizi, mai visti prima, ci hanno chiesto di tenere i cani legati, che non andassero a giro, soprattutto nei boschi, perchè possono uccidere la selvaggina, erano cacciatori. Qui ce ne sono molti, ma nessuno di loro prima ci aveva chiesto una cosa simile, i nostri cani non ci hanno mai creato problemi, perché dovremmo tenerli chiusi?
- Ma i tuoi cani, insomma quelli del vostro allevamento, tra le altre cose, sono utili ai pastori per far fronte ai lupi, anche quelli andrebbero tenuti legati secondo loro?
- Non so cosa dirti, ma non mi piace tutto questo, c’è un’aria minacciosa in giro, rimaniamo in contatto, se dovesse capitare qualcosa di strano, confrontiamoci.
- Ok, hai ragione, teniamo gli occhi aperti.
Questa situazione mi inquieta, faccio ritorno in paese, all’appuntamento con gli altri in piazza, c’è anche Edoardo; ci dice di seguirlo e in breve arriviamo a casa sua. Ha il viso tirato, e mi sembra in difficoltà a parlare. Continua a gironzolare, ripete gesti meccanicamente, finché Tiziano lo esorta a dirci tutto:

- Ragazzi, dovete stare attenti, la situazione è pericolosa, sarò sincero ma promettetemi di non riferire a nessuno questa conversazione….
Siamo tutt’orecchi

- Giorni addietro ho ricevuto una strana telefonata da un mio superiore che mi proponeva un trasferimento con promozione in altra località…. Sulle prime mi ha lusingato, poi…. Come dire, mi sono insospettito, voleva subito una mia risposta, si stava innervosendo, così gli ho detto che avevo bisogno di qualche giorno per considerare la proposta, ha annuito, ma continuava incalzandomi, dicendo di richiamarlo quanto prima possibile. Capite?
- Credi che ci sia qualcuno dei tuoi colleghi coinvolto in questi traffici?
- Ho paura di sì. Qui siamo tutti in pericolo. Qualcuno ci vede come gli “amici del lupo” e perciò nemici degli interessi privati di qualcun altro. D’ora in avanti, dobbiamo agire col doppio della cautela impiegata finora e lavorare proprio come dei moschettieri, tutti per uno e uno per tutti!
- Ok, per me va bene!
- Certo anche per noi!
Si mangia qualcosa tutti insieme, poi Edoardo torna al lavoro e anche noi si riparte alla volta della collina denominata “al Brigante”, è sede di una tana scoperta da noi tempo addietro, ormai abbandonata, ma non lontana da un pascolo di pecore. Vorremmo provare a parlare col pastore che lavora lassù, è un uomo intelligente e crediamo che faccia il suo lavoro senza troppo seguire i discorsi di fuoco degli ultimi tempi; certo ha subito delle perdite anche lui, ma non se ne è lamentato più di tanto, pensiamo sia disposto a ragionare con noi e forse può fornirci delle informazioni.
Parcheggiamo l’auto e ci avviamo sulla stradella che porta al pascolo, ci vengono incontro dopo poco ben cinque pastori abruzzesi, due maschi e tre femmine, che spettacolo per gli occhi! Le pecore sono qualche centinaio, è una distesa di macchie bianche fra cui i cani si confondono. Questi cani ci conoscono bene, non sono aggressivi, ma sono ottimi guardiani per le pecore; pur tuttavia una predazione c’è stata lo stesso, una pecora che era caduta spezzandosi una zampa, si era fermata e isolata dal gregge. I lupi sono stati più svelti dei cani a raggiungerla, l’hanno proprio trascinata via, Giovanni il pastore, ci racconta questo fatto a cui ha assistito coi propri occhi, circa venti giorni fa, ci dice che i lupi erano ben quattro e sono stati rapidissimi, ha visto sparire la sua pecora in un batter d’occhio purtroppo….
Dice di non aver potuto chiedere il rimborso perché non ha recuperato la carcassa, e quindi non può dimostrare il fatto. Questa è una delle non poche pecche di questa legge, che prevede i rimborsi ai pastori, e che non fa altro che peggiorare la situazione. C’è troppa burocrazia prima di arrivare al fatto concreto e i pastori sono giustamente scoraggiati, noi prendiamo nota di tutte le lamentele e le registriamo in un dossier, che presenteremo poi agli organi competenti, sperando di far leva sul legislatore per snellire la procedura.
Chiediamo a Giovanni se ha notato qualche faccia nuova recentemente, se non ci sono stati fatti particolari, lui pensa un po’ e poi di colpo esordisce:

- Ecco, e poi quest’altra regola, di non lasciare liberi i cani chi l’ha mai decisa? Bisogna esser pazzi a pensare di tenere i cani pastore legati, così non sono in grado di difendere le pecore all’occorrenza!
Tutti e tre insieme sussultiamo dicendo:

- No! Riecco questa storia, ma chi te l’ha dette queste cose?
- E’ venuto uno, sabato scorso a dirmi di legare i cani, che sono mordaci e non devono andar liberi, io non l’ho manco considerato e come vedete i miei ragazzi sono uccel di bosco come sempre!
- Era un cacciatore il tipo?
- No, non so, cioè forse, ma non saprei dirvelo per certo.
- Lo avevi mai visto? Puoi descrivercelo?
- Non lo conosco, è un tizio sui cinquant’anni, biondiccio, mi pare che zoppichi da una gamba…. Sì zoppica. Ehi, ma non è mica vero eh? Che si devono tener legati i cani pastore? Se è così io andrò contro la legge, i miei cani sono e saranno sempre liberi!
- No, no Giovanni, tranquillo – lo rassicuro io – se l’è levato dalla testa quel tizio, ci mancherebbe, lascia lavorare i tuoi cani come hai sempre fatto, va bene così.

Salutiamo Giovanni pensierosi e facciamo rientro in paese. Tiziano comunica ad Edoardo quest’ultimo accaduto, poi ci guarda perplesso e dice:

- Mah! Ragazze non so come dire ma Edoardo era strano, sembrava pensasse ad altro mentre gli parlavo, dice di rivederci stasera da lui verso le nove, ha qualcosa da raccontarci…. Vedremo….
Non facciamo neppure in tempo ad arrivare alla piazza del paese che un’auto della polizia ci sorpassa a tutta velocità, sembra inseguire qualcuno, invece fa un’inchiodata e si ferma proprio davanti all’osteria. Parcheggiamo anche noi incuriositi e ci avviciniamo, quando vediamo uscire due poliziotti con due tipi ammanettati, uno di loro cammina zoppicando, i poliziotti li caricano in macchina e vanno via.
Ci precipitiamo dentro dove c’è Edoardo con uno sguardo trionfante che ci accoglie a braccia aperte:
- Hei! Già qua! Ma voi mi pedinate!
- Edo, che succede? Chi erano quei due tipi in manette? – chiedo
- Sediamoci al tavolo là ragazzi, ora vi racconto tutto!
- Almeno uno, dovreste riconoscerlo… era quello che spargeva i bocconi avvelenati, che avete sorpreso voi. Grazie al buon lavoro svolto da un mio amico venuto apposta per aiutarmi, ho scoperto chi aveva mandato quella gente a fare terrorismo psicologico sulla popolazione, e anche purtroppo a commettere scelleratezze come quella dei bocconi…
- Dai, non tenerci sulle spine – dice Tiziano.
- Ebbene sì, ricordate la strana telefonata del mio capo?
- Quella della tua promozione?
- Sì quella…. Mi aveva fortemente insospettito, infatti è lui il mandante di tutto.
- Ma a che scopo? Perché tradire così gli ideali?
- Ma quali ideali…. Qui si parla di soldi e basta. Il bastardo fa parte delle lobbies di cacciatori al cinghiale e aveva intravisto una fonte di guadagno nella riapertura della caccia al lupo, organizzata, guarda caso proprio dalla squadra di cui fa parte lui! Chiaro che quelli che remano contro come noi, andavano “eliminati”, in qualche modo “dissuasi”, vedi la minaccia a Cosetta col lupo morto, e via dicendo. Non è una cosa di questi ultimi giorni, è partita assai prima di quanto immaginiate.
- Ma… e tu ora che fai lo denunci il tuo capo? Che succederà al tuo lavoro?
- Tranquilli, l’altro in manette era proprio il mio capo!
- Oh meno male, stavo temendo moltissimo per eventuali ripercussioni… Ma è successo tutto in pochi istanti, incredibile! – dico
- Sì, quando la gente è in gamba, si fanno poche chiacchiere e si agisce subito, abbiamo fatto una soffiata alla polizia dicendo l’ora e il luogo in cui il tipo sarebbe andato a spargere altri bocconi poco fa, ed è stato proprio così: l’hanno beccato in flagrante!
- Eccezionale! – facciamo un coro
- Ma la cosa migliore è che è stato proprio il mio capo a dare l’informazione al mio amico, che ci ha permesso la soffiata….
- Cioè?
- Sì perché il mio amico lavora in un consorzio agricolo, e qualche tempo fa era entrato un tizio che chiedeva informazioni per l’acquisto di esche topicida, veleni di vario tipo. La cosa lo ha insospettito, dato che poco prima, aveva assistito ad una strana telefonata da parte del cliente con qualcuno con cui evidentemente parlava del “problema dei lupi” e “come fare per liberarsene”. Il mio amico ha cercato di entrare nelle simpatie del cliente, per capire meglio la situazione, e così è stato, tanto che, pensate, il mio capo si è sbottonato e gli ha praticamente svelato il piano…
- Ma come? Gli ha raccontato che voleva avvelenare i lupi? Allora è stato anche ingenuo!
- Sì, ma soprattutto è stato bravo il mio amico per come se l’è lavorato, gli ha fatto credere di essere anche lui un cacciatore, dicendogli che odiava i lupi e tutti quelli che li difendevano… Con un’enfasi tale che il mio capo gli ha creduto.
- Così all’appuntamento decisivo per passare all’azione, il mio amico si è presentato insieme ad un altro suo amico, che guarda caso è un poliziotto. I due sono stati al gioco e hanno finto di collaborare al piano, sennonché quando il tipo claudicante, che avete visto voi, è arrivato nel luogo X a compiere il gesto, è arrivata anche la polizia che ha ordinato al tizio di telefonare al mio capo e a dargli un appuntamento all’osteria del paese. Cosa che è avvenuta, i due si sono incontrati, praticamente sotto gli occhi dei poliziotti che se li sono portati via….
- Fantastico! Sembra un sogno! – esclamiamo un po’ tutti.

Rimaniamo lì seduti, sotto gli occhi degli astanti che non so se hanno capito i discorsi, siamo quasi trasognati, è la realtà o no? Certo non è stato risolto il problema dei lupi, dei pastori, l’opinione pubblica non cambierà idea in un giorno, ma questi fatti li racconteremo, verranno pubblicizzati e speriamo che col serio lavoro della comunità scientifica, con l’informazione correttamente data ai cittadini, si possa pensare di ricominciare a convivere col nostro miglior nemico.

G.C. 24 gennaio 2008
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Messaggio  beatrice Mer Feb 23, 2011 4:13 pm

Lungo? si, abbastanza per essere un post, ma immergerci dentro significa dimenticarsi la lunghezza per vagare tra le parole che compongono un duetto: l'amore per il Lupo con questo meraviglioso immedesimarsi in lui, e il colpo di coda finale, dove la trama si fa accattivante ed aggancia, come in ogni buon racconto che si rispetti....


beatrice
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