alimentazione ed educazione: i nostri amici cani

"Totta" nei dialetti della bassa padana - dal cremonese fino al reggiano - vuol dire "ragazzina", "cucciola". è molto diffuso come appellativo. di solito si usa per esseri umani di sesso femminile...per cani non saprei.

una grande soddisfazione la ho avuto dalla Peppa (quella biondo rossiccio...la ex combattente) quando due anni fa l' ho portata con me alla sagra del fagiolo grasso (....) in un paesino dalle parti dove abito.

a questa minisagra c'era una cagnetta più larga che lunga, razza "meticcio misto", stazza un decimo della Peppa.

appena questa cagnetta ha visto la Peppa subito le è andata vicino...dopo pochi secondi la cagnetta ha staccato un bel morso sul naso della Peppa (che ha anche sanguinato...).

la mia soddisfazione è consistita nel fatto che la Peppa, nonostante il morso al naso, non ha smesso di scodinzolarle. e non la ha aggredita. si è fatta morsicare senza battere ciglio. e non ha fatto rissa.

la Peppa, tanto per dire, nei primi mesi da che stava con me un giorno ha incontrato un maremmano maschio.
ci ha fatto a botte.
lo ha sopraffatto.
gli ha staccato un orecchio intero.
per poi ingoiarlo.

questi erano i primi tempi.

ecco: lo stesso animale che si era deglutita un orecchio di un maremmano maschio, la ex combattente, la feroce pitbull Nikitakiller...insomma la Peppa...dopo pochi anni ha scelto di evitare la rissa con un cane che avrebbe potuto mangiarsi tutto quanto - dal muso alla coda - solo aprendo la bocca.
un cane, per di più, che la aveva aggredita.

queste sono le vere soddisfazioni per me: vedere un cane da combattimento che rifiuta il combattimento.

credo che capirete.

ma questo senza che io abbia fatto nulla per snaturare il primordiale istinto di difesa che è insito in qualsiasi animale (anche in noi).

no.

un cane aggressivo da combattimento...un cane che (come la Peppa) valeva alcune decine di migliaia di euro nel mercato clandestino...è sempre un cane insicuro.
un cane disorientato nella sua personale bussola di branco.

è un cane che non ha un "capobranco".

pertanto si avverte solo e minacciato.

e reagisce come può e come l'istinto gli dice di fare.

quindi aggredendo.

la Peppa, quando è arrivata da me, ha trovato non uno ma due "capobranco": Bubu e me.
sì perchè io, con la Peppa, ci ho fatto anche a botte a mani nude, mi ci son rotolato nella terra e nell'erba (chiaro: con svariati centimetri di cuoio e gommapiuma sugli avambracci e sulle gambe...)...
questo per farle capire che io sono grosso due volte e mezzo lei...che lei non è il capo mentre io sì.

questo è accaduto all'inizio. soprattutto dopo la rissa con il maremmano.

ad un certo punto, non so come, sono riuscito a rompere quello schematismo manicheo che aveva in mente lei.
le ho messo davanti agli occhi il fatto che lo stesso soggetto con cui si era azzuffata solo mezz'ora prima - io - era anche quello che le dava da mangiare, che la coccolava, che la accarezzava.

ho nitido il ricordo del momento in cui ho percepito che lei AVEVA CAPITO!

quella cagnona aveva finalmente compreso che, nel mio branco, non doveva farsi largo coi denti per la pappa o per la cuccia o per le coccole...che non era necessario il ricorso alla violenza...perchè tanto i due capobranco (bubu e, al di sopra di bubu, io) c'erano. sorvegliavano e la facevano sentire sicura.

nel 98% dei casi un cane (tranne gravi patologie mentali) reagisce aggredendo se si sente solo, isolato dal branco o ignorato dal capo.

tenetevelo a mente.

saluti
peppone

giustissimo il sistema di dare un nome mite a un essere. è una specie di mantra che si porta dietro un significato profondo e deve essere scelto con consapevolezza. anche io ho recuperato cani tutta la vita, pur se non pericolosi come quelli di peppone, e devo dire che il metodo migliore è proprio imparare il loro linguaggio e comunicare con quello in modo intuitivo. questo è anche il metodo che ho usato con i cavalli: l'osservazione e quindi la comunicazione. ma soprattutto amore e rispetto. gli animali sentono questo. io ho capre e galline che cercano le coccole come gattini, eppure mai cerco per prima di avvicinarli. però ci parlo moltissimo e questo, anche se loro non capiscono le mie parole, crea un ponte tra di noi in cui anche solo il tono della voce stabilisce una comunicazione. e loro sono ottimi osservatori e capiscono subito cosa vogliamo e chi siamo.. credo sia molto piu' facile ingannare un umano che un animale....

bellissimi cagnoni i tuoi peppone, ma soprattutto bellissimo l'amore che hai per loro e che passa prepotente tra le righe...
si, è vero, alla peppa si vedono le cicatrici su zampe e petto, povera creatura. e la totta ha uno sguardo di una profondità e intensità davvero incredibili. molte volte ho visto quello sguardo consapevole negli animali e tutte le volte il vederlo mi ha ricordato che essi hanno un'anima, un pensiero, dei sentimenti....

p.s. ottima idea quella di integrare il titolo per recuperare l'OT che è molto interessante, complimenti a chi l'ha fatto.

beatrice ha scritto:si, è vero, alla peppa si vedono le cicatrici su zampe e petto, povera creatura.
p.s. ottima idea quella di integrare il titolo per recuperare l'OT che è molto interessante, complimenti a chi l'ha fatto.

il titolo lo ho modificato io. non solo per recuperare l'OT ma anche perchè la alimentazione di un cane ha un rapporto strettissimo con la sua educazione.
quanto alla Peppa e alle sue cicatrici il referto del veterinario incaricato dal tribunale di periziarla riporta una frase:

"profonda lacerazione cicatrizzata della lunghezza di centimetri 28 sita in zona vescico-ventrale imputabile ad artiglio di grosso felino (puma?)".

sì. perchè gli esseri schifosi che fanno combattere i cani non si fermano davanti a nulla e sanno che un grosso pitbull è un cane anche in grado di uccidere un puma. e per denaro organizzano anche questi combattimenti...

tanto per dire che cosa ha visto questa creatura prima di incontrare me...

tantissimi animali vivono ancora l'orrore perpetrato dall'uomo... circhi, perreras, canili lager, corse, combattimenti...

scusate, ma per me questo è un argomento lacerante che non riesco ad affrontare per scritto, preferisco dare tutto quello che posso agli animali che vivono con me e che spero tanto possano dimenticare da dove vengono, nella consapevolezza che qui... c'è sempre un posto in piu' per chi ha bisogno di essere accolto. punto.

p.s. peppone, personalmente non metto per principio collari ai miei cani se non quando sono obbligata a portarli dal veterinario, e devo dire che vedere i tuoi con quelle catene al collo mi disturba un pò, anche se sono sicura che non le usi come strumento di ... tortura. spero tu gliele metta solo per necessità temporanea...
(abbi pazienza, non voglio essere polemica, ma vedere un animale con qualsiasi tipo di imbrigliatura, mi fa star male...)

se è già difficile recuperare qualsiasi cane tolto dalla madre troppo presto o tenuto in situazioni sbagliate, immagino quanto sia stato difficile per te giuseppe, con questi poveri cani ex combattenti.
amore, passione, pazienza, competenza, credo che sia grazie a questo che ci sei riuscito e ti va tutta la mia ammirazione.

quoto beatrice per quanto riguarda i collari, io uso solo pettorine

vi racconto una storia che è cominciata prima che io nascessi...i miei genitori erano grandi appassionati di cani da slitta e sono arrivati ad averni 11...per questo numero di cani erano spesso soggetti a controlli (ovviamente tutti superati) per oltre i 10 sei un allevamento ecc... beh a lungo andare mio padre è entrato a far parte della protezione civile...a quanto pare gli husky vengono bene per cercare la gente sotto valanghe frane ecc... una volta gli hanno parlato di un cane che era maltrattato dalla nascita...era un'alaskan malamute che da adulto era un 20ina di kili sotto peso...era stato comprato da un taxista che ha lasciato il cucciolo un pomeriggio in macchina...il cane ha rosicchiato i sedili...ed il genio cosa ha fatto??gli ha fatto asportare i molari...poi l'ha datto ad uno scemo che un paio d'anni fà è morto sotto un gommone (non mi dispiace più di tanto) beh l'ha tenuto talmente tanto alla catena di neanche un metro che le zampe posteriori erano compleatamente prive di muscolatura...oltre le svariate botte e roba del genere...per farla breve è arrivato ai miei che mio padre doveva buttre la ciotola del mangiare dentro il recinto e scappare di corsa senò lo ammazzava...sono arrivati al punto di far entrare il cane nel branco e fargli tirare la slitta insieme gli altri (dopo la dovuta riabilitazione) beh dopo un paio di anni sono nato io...ed il cane...ormai quasi del tutto riabilitato stava insieme a me a giocare (potete immaginare un bambino cosa combinava al cane... ) purtroppo le zampe di dietro non si sono mai del tutto riprese ma in buona parte si...e fino alla sua morte ha avuto incubi che lo facevano svegliare danno dentaate al vento e ringhiando...quel cane ha capito prima dei medici che mia madre era incinta...non esistono cani cattivi...ma cattivi padroni...

senza parole cri.... eccezionale....


questa invece è la storia di Orso, il mio vecchietto....


10 dicembre 2004…. entro nel canile e sono subito circondata da una cinquantina di cani che mi fanno le feste…da sotto una baracca-cuccia vedo correr via grossi ratti scuri, forse disturbati dal mio arrivo.
I volontari hanno stivali di gomma coperti di fango e il fango stesso sembra voler inghiottire anche me. Una volontaria giovane e gracile che indossa una giacca quattro taglie più grande della sua, mi dice che ce ne sono altri duecento chiusi nei recinti. Anche gatti. Questi, scaruffati e con l’espressione contrariata o annoiata, mi osservano dalle grate di una finestrella in alto…
Mi guardo intorno, tentando di non sentire quei latrati assordanti, alla ricerca di un amico che mi possa far compagnia. Intanto i cani, di tutti i colori, taglie ed età, continuano a girarmi intorno, chi saltando, chi annusando, chi scodinzolando con frenesia. Alcuni sembra si vogliano proprio “vendere bene”, altri sono solo curiosi o vogliosi di giocare.
Lontano da tutti, in un angolo, vedo un mezza - taglia nero con il petto bianco, il solito anonimo “nerino” che si trova in ogni canile che si rispetti. Tace, forse l’unico a farlo, e tiene il capo basso, osservandomi appena di sottecchi. Silenzioso, discreto, dignitoso, penso io.
Chissà cosa pensa lui.
Chiedo alla volontaria gracile chi è quel ragazzino nero con un orecchio su e uno giù. Lei mi risponde che il ragazzino è il vecchio Orso, dodici anni, sordo e malato di convulsioni, e l’orecchio non è giù, ma gli manca proprio…
Mi piace. La sua dignità mi piace, il suo riserbo. Da quel momento non penso ad altro. Ma, per adesso, io non piaccio a lui. Non mi degna di uno sguardo, neanche quando tento di conquistarlo portandolo a spasso con il guinzaglio. Cammina dritto e tutto preso dalla passeggiata, ma non reagisce alle mie carezze e continua a camminare al mio fianco facendomene gentile concessione, senza confidenze. E questo dura settimane. Mai una volta Orso mi guarda negli occhi.
Sono io adesso dalla parte dei cani che si volevano “vendere bene” al mio arrivo al canile. Devo scodinzolare per attirarlo? Forse. Gli porgo dei bocconcini, li prende con delicatezza e se li gusta, niente di più. Quando arrivo non si sbilancia neanche un po’: accetta il guinzaglio e poi via nel prato verde, ma sempre con l’aria di chi è troppo impegnato per dar relazione a chiunque…
Il giorno che arriva a casa piange quando la volontaria se ne va via. Devo ancora conquistarlo. Sta sotto il radiatore tutto il tempo, capisce subito le regole e le rispetta, ha un otite grave che riesco a curare a fatica e se si spaventa entra in doccia e non ne vuole più uscire. Con il tempo comincia ad alzare il capo e guardarmi con quegli occhietti tondi e marroni, mi segue e sembra finalmente cominciare ad accettarmi come amica, ma sempre con riserva…. Le convulsioni si presentano sempre più spesso, emette un suono tra un colpo di tosse e un lungo guaito poi diventa rigido ed infine si accascia…questo accade anche una volta la settimana… Un giorno durante un attacco cade dalle scale e per questo ancora oggi cammina tutto di traverso per una lesione alle vertebre cervicali. Comincia anche a soffrire di labirintite. Le cure diventano sempre più frequenti, ma i risultati sono piuttosto scarsi…

Febbraio 2008

Finchè non metto su un azienda agricola, dove Orso insieme a Medea, piccola maremmana tascabile adottata come lui, scorrazzano tutto il giorno all’aria aperta.
E da quel momento, esattamente un anno fa, Orso all’improvviso non ha più avuto convulsioni. L’azienda porta sul cancello, in onore proprio a lui, il nome di Poggio all’Orso.
Adesso ha sedici anni, è pieno di acciacchi, ha un dente ogni quarto d’ora e brontola spesso e volentieri, soprattutto contro le pecore, che, credo, non abbia capito ancora cosa siano di preciso…però finalmente mi ha adottata, adesso mi corre (si fa per dire!) incontro e mi fa le feste con quel mezzo orecchio che gli ballonzola di traverso.
Sordo come una campana, quando lo chiamo si gira da tutte le parti eccetto la mia, per vedere chi lo sta cercando. Eppure, mai mi sono pentita di averlo preso. Lui mi ha insegnato quella grande qualità che spesso, troppo spesso, a noi umani manca: la dignità.

Aprile 2009

Orso ha tre amici, tutti adottati come lui: Poldo, Caramella e Medea. E’ il nonno del gruppo, un po’ brontolone e poco disposto a giocare con i due nuovi cuccioli. Ultimamente fatica a camminare e quando è in piedi dopo pochi minuti si accascia, le zampette non lo reggono più. Eppure, adora stare nel prato, si distende, si guarda intorno e gode di quel che vede, negli occhietti marroni brilla il riflesso del sole, facendogli tornare lo sguardo luminoso di quando era giovane. Però, ogni giorno di più, invecchia. Adesso passa il tempo sulla sua brandina, all’ombra di un vecchio castagno. I suoi amici spesso gli vanno intorno e lo leccano, quasi a dire. “Ci siamo, siamo qui…”. Da una settimana rifiuta il cibo, beve solo a siringa e ogni tanto getta dei gridi fortissimi, non capisco se di dolore o disperazione. Poi si accascia tremante. Un giorno, lentamente e senza far rumore, i suoi occhietti marroni si chiudono, per sempre. Decidiamo di tenerlo con noi. Viene adagiato su una carriola per portarlo sotto all’abete più vecchio dell’azienda, lì dormirà per sempre… il mio compagno si muove con passo lento portando il corpicino verso il grande albero. Io osservo da una collinetta vicina, mentre il dolore mi riempie. Non ho il coraggio di partecipare, non ce la faccio… Eppure, ad un tratto, vedo dall’alto che a Claudio si aggregano, in ordine silenzioso e sparso, prima i tre cani giovani, poi le due pecore, infine la capretta con i tre figli piccoli… seguo con lo sguardo la scia animata di quello strano corteo funebre che arriva sotto l’abete. Claudio ferma la carriola con Orso, gli altri animali si dispongono intorno, i cani seduti si scambiano piccoli gesti che ricordano un gioco sommesso, quasi sottovoce. Pecore e capre brucano lente facendo tintinnare i campani che portano al collo, alzando ogni tanto lo sguardo verso ciò che sta accadendo. La vanga e la pala fanno il loro rumore. Fino alla fine, tutti assistono al rito, in un silenzio intriso di serena partecipazione…. La consapevolezza della morte di Orso nei suoi amici animali mi sta insegnando come si affronta la partenza di uno di noi….

Ancora oggi lo rivedo scodinzolare sul prato, mi immagino allora la sua camminata storta, buffa e incerta, Orso è rimasto qui, a spiegarmi che: conta più il vissuto dell’avuto, e conta più l’amato che il voluto….

bea

quanto è vero ciò che hai appena scritto beatrice...
quanto al discorso del collare purtroppo la Totta e la Peppa devono indossarlo sempre...spiego perchè: sono le due uniche femmine del gruppo, sono due pitbull, hanno un passato MOLTO problematico e per quanto si adorino e dormano spesso nella stessa cuccia capita a volte che scattino gelosie e che si azzuffino fra di loro. la frequenza di queste risse è di una volta ogni 10 mesi circa...ma in quelle occasioni sono due pitbull che cercano di sbranarsi. separare due pitbull è già di per sè cosa difficile ed anche pericolosa...se non hai un appiglio per afferrarle è addirittura impossibile. quindi, poichè non è che la sera prima ti dicano "quarda che domani ci meniamo quindi provvedi al collare", l'unico modo, nel loro interesse, è quello che il collare lo portino sempre addosso.
nei confronti degli altri cani (non solo quelli del branco, anche cani sconosciuti) non hanno più alcuna manifestazione aggressiva...solo tra loro, a volte e comunque sporadicamente, si innescano misteriosi meccanismi tali per cui, in un istante, decidono di menarsi di brutto. la frequenza, lo dicevo, è di una rissa ogni 10 (a volte anche 12) mesi. ma se quella volta che capita non hai modo di agguantarle...
gli altri cani del branco non indossano nulla tranne quando si va in giro nella civiltà.
le pettorine non le ho scelte poichè alcuni di loro ( la Totta e Bubu ad esempio e Piero il cane da montagna dei pirenei) non le sopportano e cercano di romperle con le zampe posteriori o con i denti.
quindi collari per tutti: il capo Bubu ha uno stupendo collarone di cuoio borchiato (da tamarro quale è) gli altri, la truppa, collare di catena. solo quando si va in giro.
la Totta e la Peppa rappresentano sicuramente un problema per via di queste furibonde risse ed è anche un problema persino la frequenza di questi eventi...nel senso che se si menassero ogni giorno allora sarebbe chiaro che non possono convivere e si provvederebbe in qualche modo a tenerle separate. per fortuna (e purtroppo) si picchiano una volta all'anno e quindi che cosa dovrei fare? farle vivere perennemente separate? non penso proprio.
vengono tenute divise solo nel caso in cui non vi sia nessuno in casa (nè io nè nicoletta) per lunghe ore. allora le piazziamo ciascuna in un recinto proprio. i due recinti stanno dietro la casa al limitare del bosco e hanno superfici di circa 1000 mq ciascuno, con alberi, ombra, acqua e cucce.
direi che il compromesso di tenersi il collare addosso sempre sia accettabile anche secondo il loro punto di vista...penso che se fossi un cane e dovessi scegliere se portare un pezzo di catena al collo e stare con i miei simili o avere il collo nudo ed osservare i miei amici cani da dietro una rete...beh: non avrei dubbi.
rieducare dei pitbull non è una cosa semplice...ve lo assicuro...e ciò che vale per altri cani con loro non sempre funziona.

le foto degli altri membri della banda le ho tutte ma non in digitale...la macchina fotografica digitale è entrata nella mia vita da poco tempo (e tra l'altro da qualche mese è pure rotta), prima ho sempre usato macchine reflex con rullino. se convincete Nicoletta a far riparare il suo scanner (rotto anch'esso) posso aggiungere anche le foto degli altri birbanti. forse di bubu ne ho un paio però anche in digitale...devo vedere ma mi sembra che di lui dovrei averne.

per il momento aggiungo altre foto delle due pitbull. il rudere di cuccia che vedete nella prima foto ovviamente non è destinato più ad uso "abitativo" ma a loro due piace ancora andarci dentro.o meglio piaceva dato che ormai quella casettina per cani è diventata legna per la stufa.










ps: ho trovato due microfoto di Bubu...fatte un anno e mezzo fa.
età 21 anni (20 all'epoca della foto), razza rottweiller originario (cioè a pelo semilungo), peso 87 kg, altezza 90cm (lo so...in un post precendete avevo scritto 72 ma mi ero sbagliato...90cm..."leggermente" fuori taglia), genere maschile:

con questi crani forti e queste mandibole possenti, sembrano proprio macchine da guerra... e vederle sedute accanto sulla panchina a prendere il sole fa un'impressione incredibile e piena di tenerezza... bubu è un esemplare eccezionale, e devo dire che porta benissimo i suoi 20 anni....
fai bene a non dividerle peppone. la socializzazione è già terapeutica e se questo costa un collare, ben venga. credo anche io che recuperare un animale usato per il combattimento sia difficile ed anche rischioso, e che non rientri nei canoni normali di recupero. immagino ci vogliano persone di carattere deciso, perchè il primo passo è sempre strutturare la gerarchia del branco e definire il capobranco. io ho avuto difficoltà con poldo, pastore abruzzese che era vissuto isolato e in compagnia solo di cani in un piccolo recinto per 4 mesi (tanto da avere per un mese almeno i muscoli delle zampe debolissimi e una camminata buffa, come se portasse delle lunghe pantofole). e questo lo ha reso diffidente e sostanzialmente poco socievole. la sorella invece, che era vissuta gli stessi 4 mesi in casa con il padrone e i gatti è stata molto piu' facile da approcciare. quando vidi poldo capii subito che era lui l'elemento che in potenza sarebbe potuto divenire pericoloso proprio perchè troppo pauroso, ed infatti un morso profondo in un braccio me lo sono beccato qualche mese fa. ma non era diretto a me ed ho subito visto nei suoi occhi lo stupore per avermi morso. poldo stava aggredendo il cagnolino di una mia amica che imprudentemente ha aperto il cancello ed è entrata senza avvertire con tanto di cane al guinzaglio al seguito. dopo due secondi poldo lo aveva praticamente in bocca ed io mi sono intromessa...

medea, la capobranco



caramella



e poldo....

per riuscire a conviere al meglio con i miei amici cani, ed essendo tre, ergo un branco, li ho osservati a lungo. per esempio ho notato che medea passava per prima dalle aperture, poi la seguivano a ruota gli altri due. e questo ho cominciato a fare anche io: passo per prima poi li chiamo. nel tempo hanno imparato quest'ordine e quando ci muoiamo insieme loro mi seguono e raramente mi anticipano. a volte fanno baruffe anche molto accese, ma credo siano rituali, tanto per ristabilire i ruoli. medea giocando si fa anche sottomettere dai due pi grossi mettendosi a pancia in su', ma appena finiscono i giochi rimette la gerarchia con una rospata. nella guardia la prima è lei, sempre di vedetta, che da l'allarme, poi parte caramella e se è il caso si disturba il maschio. una cosa che fanno spesso è mettersi ad ululare tutti e tre rispondendo ai richiami di altri cani della zona. un modo per comunicare che sono un branco. caramella è malata di M:M:M:, ovvero ha la mandibola bloccata per una infiammazione acuta muscolare e apre la bocca solo di 2 cm e mezzo, quando metto le ciotole, lei le gira tutte e gli altri due aspettano che abbia mangiato, poi segue poldo e infine medea, da brava capobranco. è curiosissimo, fin dall'inizio si sono resi conto della difficoltà di caramella a nutrirsi e le cedono il passo.

che bella medea! stupenda...fiera...anche poldo bello davvero. caramella deve essere una gran pacioccona...che razza è?
i cani paurosi sono in assoluto i più pericolosi e difficili da gestire...per i motivi che si diceva prima...
il cagnolino della tua amica si è fatto male?
i pitbull SONO macchine da guerra. la razza è antichissima: erano selezionati dagli antichi romani proprio come cani da guerra: accompagnavano le legioni e venivano lanciati contro il nemico. il pitbull moderno, più piccolo di taglia rispetto ai suoi progenitori latini (che arrivavano a pesare anche 75g) è il risultato di una selezione effettuata nel 1800 dai minatori irlandesi che lo impiegavano come cane da lavoro in miniera. la sua funzione era quella di infilarsi con in bocca un ordigno esplosivo nei pozzi artesiani, depositare l'ordigno e fuoriuscire prima che avvenisse la detonazione. quindi è stato scelto il pitbull in quanto capace di operare anche in condizioni di forte carenza di ossigeno ed è stato ridotto di taglia di modo da potersi infilare nei pozzi con maggiore agilità. da qui deriva anche il suo nome: pitbull. pit: pozzo. bull: toro ma in slang anche manovale, animale di fatica, servo forte.
quindi: manovali da pozzo.

medea è la mente. mezza maremmano e mezza volpino. poldo e caramella sono fratelli e sono pastori abruzzesi. li ho presi dopo il terremoto all'aquila. medea viene dal canile invece. hai un buon occhio peppone, lella è una polentona dolcissima e flemmatica, botticelliana anche di struttura...
agghiacciante quello che hai detto sulle miniere e sui pitbull...

ancora medea

a giudicare dalla foto caramella sembra avere un vello differente da poldo...forse era solo bagnata...

no peppone, lella non era bagnata, ha proprio i riccioli. gli abruzzesi si sividono in varie sottospecie e tra fratelli hanno anche caratteristiche differenti. per esempio poldo ha il morso a forbice e lella a tenaglia...

voglio raccontarti una cosa che mi ha riempito il cuore e che è accaduta proprio due giorni fa:
stavo nella stalla a tirar via dei teloni quando un topino è schizzato fuori. di solito non ho paura di topi, anzi sono simpaticissimi, ma questo si è andato ad infilare dentro il mio stivale sinistro e purtroppo m'è venuto di cacciare un urlo... trenta secondi dopo avevo i cani attorno che abbaiavano in aria e mi guardavano, come a chiedere dove fosse il problema...
sono rimasta stupita, sono stati fulminei.
e qualche mese fa, andando dopo cena a spengere il generatore alle stalle, 120 mt da casa (considerate che io vivo in mezzo ad un bosco e che al tempo non avevamo ancora l'energia elettrica) ero sola e camminavo con la pila, diciamo non troppo entusiasta della situazione. i cani mi si sono incollati alle gambe, tutti attorno, e mi hanno praticamente scortata da casa al generatore e dal generatore a casa, fermandosi poi sulla porta a giocare tra di loro, quasi a festeggiare la ... missione compiuta. insomma, averli con me ogni minuto della giornata è una cosa speciale e sento sempre tanta gratitudine per queste creature....

giuseppe ha scritto:i cani paurosi sono in assoluto i più pericolosi e difficili da gestire...per i motivi che si diceva prima...
il cagnolino della tua amica si è fatto male?

no peppone, il morso me lo sono beccato solo io. poldo, preso dallo stupore di aver colpito me si è bloccato e siamo riusciti a portar via il cagnetto che ha avuto solo un bello spavento. ovviamente la mia amica ha preso una lavata di testa. se non intervenivo sono sicura che poldo non avrebbe avuto bisogno di cenare, quella sera....
e non l'ho nemmeno brontolato, perchè è stato il mio braccio ad intromettersi, lui non ce l'aveva con me, stava solo facendo il suo lavoro: la guardia. devo dire che i morsi di cane sono veramente dolorosi però...

non sapevo questa cosa circa gli abruzzesi. evidentemente sono fratelli figli di genitori o con nonni di due varietà differenti, altrimenti non si spiegherebbe la differenza di vello e soprattutto quella della mandibola. probabilmente alcune varietà di cani da pastore abruzzese (caramella ad esempio) sono in verità dei molossoidi. la mandibola con serraggio a tenaglia è propria infatti di alcuni mastini (pitbull, rottweiller, mastino tibetano...) e prevede la presenza di due ossa in più.

giuseppe ha scritto:non sapevo questa cosa circa gli abruzzesi. evidentemente sono fratelli figli di genitori o con nonni di due varietà differenti, altrimenti non si spiegherebbe la differenza di vello e soprattutto quella della mandibola. probabilmente alcune varietà di cani da pastore abruzzese (caramella ad esempio) sono in verità dei molossoidi. la mandibola con serraggio a tenaglia è propria infatti di alcuni mastini (pitbull, rottweiller, mastino tibetano...) e prevede la presenza di due ossa in più.

ma i tuoi Peppone scusa la domanda scema,come si comportano con le altre persone che vengono a trovarti anche con bimbi?

dade ha scritto:

giuseppe ha scritto:non sapevo questa cosa circa gli abruzzesi. evidentemente sono fratelli figli di genitori o con nonni di due varietà differenti, altrimenti non si spiegherebbe la differenza di vello e soprattutto quella della mandibola. probabilmente alcune varietà di cani da pastore abruzzese (caramella ad esempio) sono in verità dei molossoidi. la mandibola con serraggio a tenaglia è propria infatti di alcuni mastini (pitbull, rottweiller, mastino tibetano...) e prevede la presenza di due ossa in più.

ma i tuoi Peppone scusa la domanda scema,come si comportano con le altre persone che vengono a trovarti anche con bimbi?

dolcissimi. nessun problema. mai. chiaro che devono vedere che le persone che entrano in casa per la prima volta sono da me accettate: se entra un estraneo senza che loro mi abbiano mai visto relazionarmi con lui...entra si...ma non esce.

infatti gli abruzzesi sembra discendano dai molossoidi. chi me li ha dati li definisce Mastini Abruzzesi, so che vengono incrociati unicamente con tipologie della zona dell'aquila, così da mantenere le caratteristiche salienti della razza e non rovinare il ceppo. in particolare, esiste il mastino abruzzese di castel del monte, un sottotipo più piccolo e riccio.. nonostante siano fratello e sorella, Poldo e Caramella detengono caratteristiche diverse della razza, lui è leonino, con pelo liscio e coda a C, lei riccia. varia anche il morso, come ti ho detto. e non solo, varia assolutamente anche il carattere. all'aquila ho sentito dividere i molossi abruzzesi in leonini ed orsini. questo dalla forma del cranio e dall'incollatura. Poldo è evidentemente leonino, e lo si vede anche dall'esubero di pelo lungo ai lati del muso e sul collo. questi cani sono nati in un anfratto da cani di pastori. laggiù il randagismo è frequentissimo e le cucciolate sono in sovrabbondanza... chi conosce questi cani si rende conto della loro tenacia, fedeltà, potenza. 70 chili di Poldo o Caramella sono tanti, credetemi.. e nello stesso tempo la loro fierezza ci obbliga a rispettarli. non temono il freddo, anzi sono a loro agio proprio sotto la neve o la pioggia. quando avevo il gregge lavoravano assieme a medea, civetta che stava in continuo movimento e dava l'allarme. sono arrivati qui a 4 mesi, subito tenuti in stalla hanno dimostrato fin dall'inizio di avere il senso di appartenenza al gregge nel sangue. dopo 6 mesi era impossibile per chiunque avvicinarsi alle pecore. eppure, stavano ai limiti del gregge sornioni, accovacciati ad occhi chiusi, mentre medea girava intorno di continuo o sedeva in posizione di vedetta.. nessuno poteva immaginare che quelle montagne bianche potessero avere uno scatto improvviso e pieno di potenza..
oggi sono stati riciclati come cani da guardia e devo dire che, a parte l'eccessivo abbaio, hanno caratteristiche di tutto rispetto anche per questo lavoro. l'abruzzese è un cane particolare, una prestanza fisica e un'indole forgiati dall'isolamento, dal duro lavoro, dal rapporto stretto ma severo con il proprio padrone. una natura indomita. un compagno attento, disposto a tutto per il proprio gregge ed il proprio territorio. ma ad una condizione: che gli ordini siano "suggeriti", e mai imposti. un compagno alla pari, che lavora in autonomia ed apprende velocemente.
Poldo, essendo vissuto in completa solitudine, a parte i propri consimili, ha dovuto costruire la fiducia nell'uomo. fin da subito ho capito che con lui si doveva parlare il suo linguaggio, che non si doveva urlare o eccedere nella durezza degli ordini e della severità, pena il suo stendersi completamente a terra rifiutandosi di fare qualsiasi cosa, della serie: io sono consapevole di quanto sono grosso, se vuoi che mi muova, puoi provare a spostarmi...

poldo nella neve...


lella nel periodo in cui non stava bene, quando uscì fuori la malattia ai muscoli del muso. ma, a parte quello, dimostra chiaramente la sua indole...


e questa è una foto piu' grande di lei... botticelliana e ben piazzata

ahhh ecco...adesso mi tornano i conti...mastino abruzzese...certo.
in ogni caso numerosi molossoidi sono anche cani da pastore: il rottweiller ad esempio è un bovaro.
per tornare a quanto chiedeva davide a proposito del comportamento dei miei cani con i bambini volevo aggiungere una informazione. sono, come ho detto, dolcissimi. ma con bambini molto piccoli possono rapprentare un problema per via della mole: Bubu è quasi 90kg di cane, Piero 107 kg (cane da montagna dei pirenei)...un movimento brusco di cani di questa stazza...un colpo d'anca dato involontariamente può far cadere a terra un adulto...figuriamoci un bambino.
nicoletta la hanno buttata per terra inavvertitamente già numerosissime volte...

giuseppe ha scritto:ahhh ecco...adesso mi tornano i conti...mastino abruzzese...certo.
in ogni caso numerosi molossoidi sono anche cani da pastore: il rottweiller ad esempio è un bovaro.
per tornare a quanto chiedeva davide a proposito del comportamento dei miei cani con i bambini volevo aggiungere una informazione. sono, come ho detto, dolcissimi. ma con bambini molto piccoli possono rapprentare un problema per via della mole: Bubu è quasi 90kg di cane, Piero 107 kg (cane da montagna dei pirenei)...un movimento brusco di cani di questa stazza...un colpo d'anca dato involontariamente può far cadere a terra un adulto...figuriamoci un bambino.
nicoletta la hanno buttata per terra inavvertitamente già numerosissime volte...

Io intendevo che a volte i bambini involontariamente fanno dispetti ai cani,volevo capire la loro reazione

per quello, a meno che il dispetto non sia continuativo e molto fastidioso o doloroso, credo che problemi non ce ne siano. non te lo posso però dire con certezza perchè se mai dovesse capitare che un bambino figlio di un mio amico facesse dispetti ai miei cani prima ancora di vedersela con loro se la vedrebbero con me sia il bambino che il padre.

Anche se vedono che il visitatore ha paura di loro, la loro reazione com'è,scusa le tante domande magari cretine alla tua vista

scusate se mi intrometto; il bambino piccolo va a scatenare l'istinto predatorio del cane proprio per le sue dimensioni ed il suo modo di muoversi. quindi è sempre bene sorvegliare i bambini in queste situazioni, anche se non fanno del male all'animale.

che gli ospiti abbiano paura di loro capita molto spesso, quasi sempre...e non hanno nessuna reazione. annusano e poi se ne vanno per gli affari loro. sono cani sicuri di sè perchè il loro capobranco, Bubu, è sempre presente e sopra Bubu loro sanno che ci sono sempre io. i cani sicuri di sè non sono pericolosi, mai. sono pericolosi i cani insicuri. quelli sì.

il bambino piccolo non scatena reazioni predatorie da parte del cane: semplicemente perchè il cane la preda la valuta con l'olfatto e non con la vista. infatti i cani sono sempre MOLTO protettivi nei confronti di qualsiasi bambino molto piccolo poichè sanno che è un cucciolo indifeso. ho visto cani diventare assai aggressivi nei confronti di adulti sconosciuti che ad esempio davano uno schiaffo ad un bambino anch'esso sconosciuto.